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NATALE IN CASA CUPIELLO

NATALE IN CASA CUPIELLO

"Ma che bellu Presebbio.. Quant'è bello!!"  

Natale in casa Cupiello è una famosa commedia tragi-comica napoletana scritta da Eduardo de Filippo nel 1931. Originariamente si trattava di una commedia ad atto unico (quello che, nella versione definitiva, costituisce oggi il secondo atto), ampliato successivamente in due distinte fasi: la prima, nel 1932, vide aggiungersi l'attuale primo atto e la conclusiva, nel 1934, che configurò l'opera nella sua versione attuale, composta da tre atti.

Trama
Durante l'antivigilia di Natale, Luca Cupiello, un napoletano, "uomo di fiducia" (come dice lui stesso enfaticamente presentandosi a Vittorio, l'amico del figlio), in realtà semplice guardiano di una tipografia, si prepara alla festività insieme alla moglie Concetta e allo scapestrato figlio Tommasino. Mentre è intento nella preparazione dell'amato presepe, irrompe in casa la figlia Ninuccia, agitata per l'ennesima lite appena avuta con il marito Nicolino. Dopo aver ascoltato il racconto della figlia, Concetta, in preda alla rabbia per le continue critiche del marito, sviene facendo cadere una lettera, strappata con forza poco prima dalle mani della figlia, nella quale quest'ultima comunica al marito l'intenzione di lasciarlo e di scappare via con il suo amante Vittorio. Disgraziatamente, Luca la trova e la consegna al genero, ormai giunto in casa dei suoceri, credendo che sia una lettera sfuggitagli di mano.

Dopo esser arrivata fino alle lacrime per riappacificare Ninuccia e Nicolino, Concetta prepara la cena della vigilia a cui parteciperanno anche la figlia e il genero. Tommasino arriverà a casa accompagnato da Vittorio, suo amico e amante di Ninuccia. I tentativi di Concetta di allontanarlo saranno vanificati dalla gentilezza di Luca, ignaro di tutta la situazione, riuscendo a trattenerlo per farlo partecipare alla cena. Dopo l'arrivo di Ninuccia e Nicolino e la successiva presentazione tra quest'ultimo e Vittorio, la situazione precipiterà. A causa di questo improvviso mutamento, Luca, per anni vissuto nel beato candore della sua ignoranza, si ammalerà (probabilmente colpito da ictus) restando inchiodato al letto ma tentando fino all'ultimo di riappacificare la figlia e il genero. E sopratutto di sentirsi affermare da Tommasino il suo gradimento per il presepe, sempre negato nonostante le continue insistenze.  



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